E’ nato prima l’ordine o l’organizzazione?
31 marzo 2017
I miei 4 principali generatori di disordine
14 aprile 2017
Vedi tutto

Il perfezionismo: come ho imparato a limitarlo

Qualche settimana fa, in occasione di un corso che ho tenuto, parlando di perfezionismo, mi è stata rivolta questa domanda: “Come riesci a far convivere il tuo desiderio (che io chiamerei più mania…) di perfezione con la necessità di far tutto in casa, sul lavoro e in famiglia?"

Ecco. Appunto. Come faccio? Me lo sono chiesta pure io.

Chi mi conosce, lo sa. Pignola e perfezionista io lo sono sempre stata. Attenta ai dettagli, cerco sempre di lasciare tutto chiaro, in ordine, di curare ogni particolare.
Più volte ho ritenuto questo lato del mio carattere un punto di forza sul quale fare leva, soprattutto in ambito lavorativo.
Fino a quando, però, non ho iniziato a vedere sfumare occasioni ed opportunità che altri coglievano o illuminarmi per idee geniali che altri esibivano prima di me e che io invece tenevo in saccoccia in attesa di mostrare al mondo la versione definitiva e perfetta.
 

IL MIO CAMMINO VERSO L'IMPERFEZIONE

Per scelta o per necessità, arriva un momento della vita nel quale bisogna allentare la presa e lasciare che il controllo su ciò che facciamo si affievolisca. D’accordo, facile a dirsi! Ma a farsi?!

E’ a suon di opportunità sfumate e tempo perso nel rifinire dettagli qua e là, che ho scoperto il sapore, tra l’altro assai piacevole, del sorvolare sulla perfezione a discapito di un più appagante FATTO!

Mi sono prodigata nella lettura di bizzarri manuali anti-perfezionismo, mi sono accostata a tecniche di meditazione per scrollarmi via di dosso l’ansia da “debutto imperfetto”, per arrivare a capire che il segreto sta tutto racchiuso in una semplice domanda, che oggi ti svelo con piacere.

“Chi, oltre a me, scoprirà mai qual era l’idea che avevo in testa per una determinata cosa e che non sono riuscita del tutto a raggiungere lasciando qualche dettaglio imperfetto? Chi mai noterà quei dettagli imprecisi?”

Nessuna presa in giro. L’esercizio che ha influenzato la mia mania per le cose perfette è stato proprio questo, dettato da un semplice cambio di prospettiva.
Ci ho messo un po’ di anni, ma alla fine ho capito che la mia idea di perfezione è solo ed esclusivamente MIA!
Spostando l’attenzione anziché su di me, verso l’esterno, tutto ha assunto una forma diversa. Come dire, se io non svelerò l’idea di perfezione che mi ero prefissata di raggiungere, nessuno potrà mai confrontare il mio risultato con l’idea, giusto?


TI FACCIO UN ESEMPIO

Nel fine settimana ti sei prodigata a sistemare e pulire casa al meglio ma non sei riuscita a far tutto quello che volevi e quindi hai lasciato alcune cose fuori posto e delle faccende in sospeso. Il lunedì, a sorpresa, passa a farti visita un’amica che non vedevi da tempo.

Ora, se tu la accogli, la saluti con un abbraccio, la inviti ad accomodarsi, le offri qualcosa da bere e le dimostri quanto sei contenta di vederla, potrà mai sapere se e cosa hai lasciato fuori posto?

Immagina invece la situazione in cui le apri la porta e inizi a scusarti per il disordine, a dimostrati a disagio per la casa poco pulita, a ribadire che non hai avuto il tempo per fare tutto. Stai certa che ci farà caso, che se ne ricorderà e soprattutto che la volta successiva, di passaggio sotto casa tua, tirerà dritto per evitarti crisi di panico!


SE TI PRENDE L'ANSIA DA PERFEZIONE, FATTI LA MIA DOMANDA E RIPENSA ALLE PAROLE DELLO SCRITTORE AUSTRIACO:

 

Mi chiamo Giorgia Sorinelli


Sono una Professional Organizer. Adoro trovare le soluzioni per migliorare l'organizzazione delle mamme indaffarate come me e semplificargli le giornate. Organizzate si diventa! :) Se vuoi conoscermi meglio, seguimi sulla mia pagina Facebook.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *